Come eludere la Stupidity Tax di Google AdWords
In questa articolo parliamo della Stupidity Tax di Google AdWords.
Prima però vorrei raccontarti dello strano caso del signor MacKay.
Harvey MacKay fondatore della medesima azienda che produce buste di carta, all’inizio della sua avventura professionale si trovò di fronte a un dilemma. Per quanti sforzi facesse, non riusciva a portare in attivo il suo business. Dopo qualche tempo, parlando con dei veterani del settore, fece una scoperta che lo sciocco profondamente: il business della produzione di buste non genera di per se profitti. L’unico modo per guadagnare è vendere gli scarti di produzione alle cartiere. Fino a quel momento MacKay buttava la carta straccia e pagava un’azienda per smaltirla, ma quando copri che i suoi concorrenti la rivendevano fece lo stesso e finalmente la sua azienda iniziò a generare i profitti sperati.
Nel suo caso, produrre buste di qualità non era sufficiente, doveva anche eliminare gli sprechi! La stessa cosa si potrebbe dire della scelta delle parole chiave per le proprie campagna AdWords. Trovare le giuste keyword non garantisce risultati positivi se non si tiene conto della Stupidity Tax (o tassa sulla pigrizia come preferisco chiamarla io).
Con questo termine Perry Marshall, esperto di PayPerClick, descrive il problema che affligge le campagne di moltissimi professionisti e imprenditori che usano Google AdWords per il proprio business. Nello specifico, questa “tassa” ha a che fare con le opzioni di corrispondenza delle parole chiave.
Ti faccio un esempio. Per promuovere un sito come Marketing Academy potrei inserire una parola chiave come marketing digitale.
Il problema è che inserendola così com’è verrebbe applicata la corrispondenza generica che porterebbe il mio annuncio ad essere mostrato sia a persone che cercano informazioni in merito a questo specifico argomento così come al digitale terreste e all’uso della digitale come farmaco. Non proprio il tipo di traffico che mi interessa attirare.
Per questo motivo è fondamentale introdurre dei modificatori della corrispondenza all’interno delle proprie liste di parole chiave. Ad esempio per:
- colpire tutte le persone che cercano sia marketing che digitale (+marketing +digitale) utilizzando il modificatore di corrispondenza generica;
- oppure tutti coloro che inseriscono nella form di ricerca la string “marketing digitale” usando la corrispondenza a frase;
- o, più nel dettaglio, chi cerca esattamente la stringa [marketing digitale] applicando la corrispondenza esatta.
Quando si progetta una campagna PayPerClick si dovrebbe porre molta attenzione all’individuazione delle keyword così come alla scelta del tipo di corrispondenza da utilizzare.
Un paio di mesi fa mi è capitato di vedere una campagna che aveva come obiettivo la promozione di workshop B2B che utilizzava, tra le altre, la parola chiave a corrispondenza generica corsi online. Come puoi ben immaginare la maggior parte del traffico generata da una campagna di questo tipo includeva persone interessate al cucito, la cucina e così via. Non proprio il massimo.
Gestire manualmente delle lunghe liste di parole chiave è spesso uno strazio, soprattutto se non si ha una buona competenza nell’utilizzo di software come Microsoft Excel. A questo si aggiunge il fatto che, creare le varianti a mano introduce spesso dei piccoli errori che potrebbero incidere negativamente sulle performance delle tue campagne.
Per questo motivo ho creato il tool Keyword Wrapper di efesto. In pochi secondi questo strumento è in grado di creare tutte le varianti di cui hai bisogno per eludere la Stupidity Tax.
Il primo passo è quello di inserire le parole chiave che hai individuato per la tua campagna.
A tal proposito, se hai bisogno di qualche spunto per la ricerca delle keyword, dai un’occhiata al tool Google Sugget, è un ottimo punto di partenza.
Poi scegli quali tipologie di matching vuoi generare. Specifich i se desideri convertire le parole chiave in minuscolo e se lo strumento deve ruotare le keyword. Questa ultima funzione è molto utile per intercettare quelle ricerche con corrispondenza esatta o a frase che non seguono l’ordine logico che ci si aspetterebbe.
Ad esempio, la tipica keyword che potrei inserire in una delle mie campagne è “corso marketing”. Questa parola chiave ha un’alta competizione e un costo per click che supera i 3 euro. Ruotando le parole però otteniamo “marketing corso” (sempre con corrispondenza a frase) che genera ovviamente meno ricerche mensili, ma ha un costo per click inferiore del 10%. Scalando questo processo a keyword della long tail con 4 o più parole ciascuna si ottiene una lunga lista di keyword con competizione nettamente più bassa e, potenzialmente, costi per click minori a parità di qualità del traffico generato.
Infine clicchiamo sul pulsante e voilà ecco la nostra bella lista di keyword pronta per l’importazione in Google AdWords!
Se ti interessa accedere a questo tool, mandami due righe via email o tramite i messaggi di Facebook e ti fornirò tutti i dettagli al riguardo.
Fino a quel momento ricorda sempre che gli strumenti che usi sono solo un mezzo per raggiungere un obiettivo, ma lo strumento giusto usato nel momento giusto ti permetterà di ottenere il massimo dei risultati con il minimo sforzo e nel minor tempo possibile.